Henné

L’henné, o lawsonia inermis, è una pianta dalle cui foglie e dai cui rami essiccati e macinati si ricava una polvere giallo-verdastra che, grazie al suo alto contenuto colorante è utilizzata su tessuti, su pelle animale, sui capelli e per realizzare tatuaggi.

La sostanza responsabile della colorazione è il Lawsone, che varia a livello quantitativo, a seconda delle cultivar, del clima e delle zone d’origine.  La quantità massima di Lawsone è dell’1% calcolato sul peso delle foglie secche, altri costituenti sono: Tannini (5%), Acido Hennotannico, Flavonoidi, Luteolina Ceneri, sostanze resinose e mucillaggini.

Il Lawsone colora i capelli grazie alla formazione di legami di tipo elettrostatico-covalente con le proteine del capello (cheratina). Ricercatori dell’ università di Karachi (Pakistan) hanno riscontrato che il legame proteina-lawsone varia a seconda del pH (incolore – giallo pallido = pH tra 3,5 e 5,5; Giallo-arancio = 5.5 – 9; Rosso scuro = 9 – 11; Marrone rossiccio = 11 – 13; Rosso pallido = superiore a pH 13). Utilizzato per tingere i capelli, l’henné non dà sempre lo stesso risultato, il colore che si ottiene dipende dal colore naturale dei propri capelli, ma sicuramente unico è l’effetto: rende i capelli lucidi e ripara i danni derivanti dai trattamenti chimici. La tonalità rosso bruna dell’henné spesso è mescolata con l’indigo, più comunemente conosciuto come henné nero, per disporre di una maggior gamma di colori.

Nella sceltà dell’henné, bisogna tener conto che esso è di buona qualità quando non contiene pigmenti sintetici, sali metallici e pigmenti derivati da altre piante. L’ hennè deve essere puro al 100% e quindi il pigmento deve derivare dalla sola pianta di henné.

L’uso dell’hennè nelle tinture per capelli è approvato, sia a livello europeo che americano, anche se il Comitato scientifico per i prodotti cosmetici e non alimentari (SCCNFP), oggi noto come Comitato Scientifico per i prodotti di Consumo (SCCP), ha più volte rivalutato la sicurezza del lawsone come agente colorante nelle tinture per capelli ed è stato pertanto invitato ad esprimere un parere circa l’eventuale necessità di limitarne l’uso. Dalle numerose revisioni effettuate, il Comitato ha evidenziato spesso carenze informative sulla sostanza in oggetto ed ha richiesto, pertanto, ulteriori indagini al fine di stabilirne correttamente il profilo di sicurezza. Il lawsone è stato più volte classificato come pericoloso per la salute, ma l’SCCNFP ha ritenuto i dati utilizzati insufficienti al fine di stabilire il rischio genotossico correlato al lawsone. Pertanto, per la mancanza di basi scientifiche adeguate, il comitato non ha ritenuto necessario apportare modifiche a quanto espresso il 13 marzo 2001, quando nel corso del 16° Plenary Meeting (SCCNFP/0385/00), il lawsone era stato classificato come pericoloso per la salute.

Al fine di verificare l’assenza di proprietà clastogeniche della Lawsonia inermis, il Comitato ritiene necessarie ulteriori analisi. Qualora tali test diano risultati positivi, saranno necessari ulteriori test di genotossicità in vivo.

Dal Forum di Lola si legge una risposta arrivata dal Ministero della Salute:

Relativamente alla sicurezza dell’henné (Lawsonia inermis) esiste un parere di SCCP (Comitato Scientifico per i Prodotti Destinati al Consumatore) del dicembre 2005 nel quale vengono richiesti ulteriori dati per completare le conclusioni sulla sicurezza d’uso.
La Commissione Europea intendeva vietarne l’uso ed era stata presentata anche una proposta di direttiva che aveva ricevuto parere positivo da parte degli Stati membri per vietare il lawsone e successivamente anche l’henné, ma ad oggi non è stato possibile in nessun paese europeo dare un seguito al provvedimento.
Il 18 novembre 2005 è stata effettuata una consultazione pubblica, ma anche in questo caso non è stato possibile,in assenza del parere definitivo del Comitato Scientifico, dare alcun seguito.
Successivamente la sostanza è stata inserita nella Hair Dye Strategy tra i coloranti difesi dall’industria. Il Safety File aggiornato (che comprende anche le informazioni sui test di genotossicità richiesti in precedenza da SCCP) è stato sottoposto per una nuova valutazione sulla tossicità all’attenzione del Comitato Scientifico SCCP ed è attualmente ancora al vaglio degli esperti.

Inoltre esiste un parere della Commissione di Cosmetologia dell’AFFSAPS francese che, in data 15 giugno 2004, proponeva di chiedere alla Commissione UE:

- Inscription in Annex III, part 1, of Lawsone for use only in hair dye products at the maximal concentration of 1.3%. A special warning relating to the contraindication of lawsone in children shall be mentioned in the conditions for use and special warnings which the labelling shall compulsarily include.
Concerning henna, the same conclusions as those concerning Lawsone apply and the inscription of Lawsone in Annex III also applies to henna which will not lead to a concentration in Lawsone of natural origin or not superior to 1.3% in fine when used in a hair dye product.
Pertanto allo stato attuale si è ancora in attesa di un parere definitivo del Comitato Scientifico.

Distinti saluti.
Marcella Marletta

Direttore ufficio prodotti bicidi e cosmetici
Direzione generale dei farmaci e dei dispositivi medici

Ministero dell Lavoro,della Salute e delle Politiche sociali

A ciò si aggiunge anche l’allarme lanciato dal quotidiano The National sul possibile legame tra l’uso di henné e leucemie citando la ricerca condotta tra il 2000 ed il 2006 su 263 casi negli Emirati Arabi. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Leukaemia and Lymphoma dall’Università di Al Ain, infatti, tra le donne degli Emirati il tasso di incidenza della leucemia mieloide acuta (un tumore spesso ancora mortale) è più alto del 93% rispetto agli uomini e del 63% rispetto alle straniere residenti nella Federazione. Simili differenze sono state riscontrate anche per la leucemia linfoblastica acuta. Per ora si tratta solo di un’associazione statistica che andrà indagata con altri studi, ma gli esperti cominciano ad avanzare alcune ipotesi circa i meccanismi che potrebbero sostenerla. La sostanza in sé potrebbe, infatti, non essere l’unica responsabile dell’incremento di tumore osservato negli Emirati: in linea di principio l’hennè è un pigmento ricavato dall’arbusto omonimo che cresce nella penisola arabica e che in passato veniva usato tal quale, ora però, in commercio si trova una vasta scelta di tinture analoghe ricavate anche da sostanze chimiche, alcune delle quali derivate del petrolio e già note per essere cancerogene. A questo andrebbe poi aggiunto l’abbigliamento nero e coprente delle donne della regione che, in base a uno studio precedente condotto dallo stesso team di ricerca, sembrerebbe favorire anche da solo la comparsa del tumore ostacolando la formazione della vitamina D che si genera con l’esposizione al sole.

Per concludere, non essendoci ancora chiarezza sulla tossicità della lawsonia, nell’attesa di un provvedimento definitivo sarebbe opportuno essere più cauti nell’utilizzo dell’henné.

Cliccare qui per sapere come preparare in modo semplice un hennè.

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